23 giugno 2023 – verso il Giappone, veramente

Vi abbiamo lasciato con il dubbio della valigia in stiva. Appena arrivati a Roma Fiumicino, in treno, siamo stati placati da un operatore che ci ha proposto di fare subito lì, a ridosso dei binari, il check in, e abbiamo fortunatamente accettato. Il servizio è frutto di una collaborazione con Trenitalia.

Questo ci ha permesso di affrontare subito la questione bagaglio, perché alla responsabile Alitalia non risultava incluso quindi è iniziata la danza delle telefonate, chiarimenti e email, con il risultato che il rivenditore ci ha rimborsato il costo della valigia in stiva, Alitalia non ci ha chiesto nessun euro perché, ora, a loro risultava presente. Nel dubbio abbiamo assicurato il bagaglio.

Lasciato andare il bagaglio con i cuori colmi di speranza, non ci resta che attendere Luca, e iniziare la fase di attesa. Nel massimo rispetto della privacy.

Non lasciatevi ingannare dall’immagine, il nostro areo è tronfio di umanità! Inclusa la squadra nazionale di Judo, con Alice Bellandi. Un grazie ufficiale alla signorina della cabin crew che gentilmente ha offerto un succo di uva, amarognolo, a chi di noi ha paura di volare, paura che lentamente lascia lo spazio alla meraviglia di trovarsi qui, in alto.

scusate la tangente *questa è per tutto il Nemo team

Entrare in Giappone, dopo il corona, è diventato molto più pratico se tutto va per il verso giusto. Scaricare il Codice QR per l’immigrazione agevola i movimenti in aeroporto, se tutto va per il verso giusto. Ma noi vi aiuteremo ad affrontare gli imprevisti!

Se il vostro passaporto è datato è possibile che i lettori ottici facciano scherzi, quindi preparatevi a dover compilare a mano il fogliettino dove dovete dichiarare che non entrate armati, drogati e con dei campioncini di prodotti vari, e soprattutto dove scrivete l’indirizzo e numero di telefono del luogo in cui andrete a dormire. Salvatelo nel modo più pratico per voi, per trascriverlo. Tenete presente che se avete bisogno della connessione internet l’aeroporto di Haneda è provvista della sua interna, che vi può essere d’aiuto finché non recuperate il vostro modem da viaggio. In passato questo foglietto giallognolo veniva dato direttamente in volo, ma con la comodità della compilazione online in fase di prenotazione, ora scriverlo a mano è l’eccezione, che Miriam ha vissuto, in prima persona.

Non mettete della carne in valigia, dei tenerissimi e agguerriti beagle potrebbero mettervi nei guai! Fortunatamente questo non ci è capitato, ma per la prima volta abbiamo visto queste bestiole fare il loro lavoro di stanamento prosciutti e simili, e abbiamo provato un mix letale di pura tenerezza e preoccupazione per gli altri.

Il Monte Fuji ci saluta poco prima dell’atterraggio.

Concluse tutte le procedure del caso, finalmente recuperiamo il nostro modem, e affrontando le difficoltà dell’età, inizia il nostro viaggio verso il primo alloggio, sperando di poter accedere entro il tempo indicato per il check in, ossia le 15 ora nippo. Qui ci imbattiamo in un’altra novità post-corona. Ma prima vi diciamo questa cosa importantissima: è molto umido, il clima è leggermente sfiancante.

capacità di lettura: over40
lasciamo a Luca l’ebbrezza della primo biglietto nippo
ritrovarsi
riprovare a ritrovarsi

Il corona ha permesso di apprendere alcune regole base dell’igiene a molte persone, e soprattutto a mantenere le distanze, sul questo secondo punto i giapponesi erano già cintura nera, ma con il fatto che gli stranieri (noi) abbiamo appresso certi comportamenti, e abbiamo fatto amicizia con i codici QR, ora è l’apoteosi del non-incontrare.

Per chi viaggia in solitaria, senza un’organizzazione ecco alcune dritte: se usate servizi come airBnb molto probabilmente, nelle grandi città finirete in un palazzo dormitorio, dove si accede con una password che vi viene inviata dopo la prenotazione. Prima del virus, con quella password si accedeva all’atrio del palazzo, dove in un muro di cassette postali, si individuava la propria e con un’altra password si apriva, per prelevare la chiave. Ora la prima password ti porta nell’atrio, dove ti attendono due smartphone: uno ha il Qrcode che ti porta in un’app apposita dove andrà nuovamente caricata la foto del passaporto, una volta effettuato questo passaggio, con il secondo devi fare un video chiamata attraverso la quale, il gestore, che ti vede si assicura che sei l’ospite atteso, ti saluta, e nell’app compare il pulsante per ricaricare la pagina, e per magia arriva la password per entrare nell’appartamento. Se fate tutto questo fischiettando la musica di Mission Impossible diventa divertente.

tutto il dramma di un check-in 100% digitale
Dani esce un istante dall’atrio per assorbire più pazienza…

Sempre per rendere utile questo blog, vi segnaliamo che il tutto potrebbe andare molto lentamente, specialmente il caricamento del passaporto, ed essendo la prenotazione per tre, fatta da una sola persona, ci sta che l’app faccia delle bizze nel caricare i documenti di tutti, nel nostro caso ha richiesto circa 45 minuti.

La cosa importantissima, che vi abbiamo anticipato prima è che essendo tutto organizzato attraverso app e codici, non si può anticipare il check-in, neanche di un minuto, infatti il nostro primo tentativo di accedere all’appartamento è andato male, nell’app non era ancora presente il bottone per caricare i passaporti. Alle 13.00 ci siamo trovati con due ore da affrontare, affamati e sudaticci.

Come trio alimentare siamo una sorta di dannazione: gluten free + vegetariana + vegana. In linea di massima una dieta vegana include le altre, facendo attenzione. Fortuna vuole che siamo a pochi metri da un bistrot vegano, Tenzo.

Come da tradizione si tratta in un luogo molto piccolo, con pochi posti, accogliente e con la gestione della prenotazione automatica. Ci ricarichiamo. Decidiamo poi di cercare un kissaten nella zona, ma nell’aria in cui ci troviamo non ve ne sono aperti, quindi optiamo per un caffè in stile internazionale, ma dalla cura nipponica. Una piacevole scoperta.

I vegani sono ovunque, fortunatamente.
italiani = dopo pasto caffè!

alcuni vanno a tè
bellissima atmosfera

Finalmente arrivata l’ora X, le 15.00 e possiamo iniziare la procedura d’ingresso. Effettuata, con il tempo indicato ( ripeto, 45 minuti) finalmente ci facciamo la tanto desiderata doccia. Ripresi i sensi, e la lucidità decidiamo di uscire a fare due passi, andando verso la direzione della Tokyo Tower per poi girare verso la baia di Tokyo e infine andando a caccia di cibo vegano. In serata, il quartiere di riempie di vita e di odori, che ci fanno capire che il vegano trovato a pranzo è stata una gran botta di fortuna.

da due a passi, a due milioni di passi, il salto è breve
a pochi passi dalla Tokyo Tower un verde splendido
Tempio Zojoji 増上寺, un luogo da percorrere con cura

Shinbashi è il quartiere della carne, di ogni tipo, cucinata in ogni modo. Ovunque. L’odore di arrosto ci avvolge, e in certi momenti ci schiaffeggia.

qualcosa ci dice che qui non troveremo cibo

Decidiamo di tornare alla sana tradizione di un salto in konbini, dove acquistiamo onigiri, insalata, frittata e tofu fritto con riso. Ceniamo così nella roccaforte che abbiamo spugnato nel pomeriggio.

 

accampamento gluten free, vegano, vegetariano di Shinbashi
il gluten free man avrà vita facile a botte di onigiri

Approcciamo una sbirciatina alla tv giapponese, ma comprendiamo subito che non siamo fatti per il baseball. Ci ritiriamo nelle nostre stanze.

Domani sarà una lunga giornata. Diretti verso la terra dei Samurai.

Grazie per essere arrivati fin qui con la lettura,  decidendo di seguire questa nostra avventura.

Miriam e Daniele | bedarumica

 

Per chi non vuole leggere, e ha scorso rapidamente fino alla fine per misurare questo articolo, ecco un sunto con immagini in movimento:

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