2013 Saitama, Tokyo. Giappone.
Eravamo quattro amici nella casina di legno stretta fra due palazzi nel quartiere di Saitama, quello dello SkyTree per intenderci.
Abbiamo girato buona parte di Tokyo grazie soprattutto ai nostri amici samurai e al nostro caro amico Naoto che ci ha sopportati con i nostri ritardi all’italiana.
A due giorni dal nostro ritorno, decidemmo di invitare i nostri amici a mangiare nella casa dove stavamo pernottando ed abbiamo scoperto che la cosa non è per nient normale in Giappone, non è usanza invitare gente a casa propria. Credevamo che fosse per un problema di spazio, e sicuramente considerate le dimensioni medie di un appartamento di un lavoratore o studente fuori sede, di sicuro non è il massimo per ospitare cene o feste. Ora sappiamo che le motivazioni sono molteplici, oltre lo spazio fisico c’è anche quello psicologico e formale. Ma non voglio approfondire ulteriormente, finirei per dire castronerie inutili.
Vennero a cena, fra sorpresa e timidezza, almeno 7 persone e noi cucinammo penne crackers e broccoli (ebbene si). Il grande pentolone era colmo fino all’orlo e scolammo la pasta non senza problemi tecnici.
Mangiammo e chiaccherammo fino all’ora di non ritorno. In Giappone i mezzi pubblici, che rappresentano il mezo di trasporto più utilizzato in assoluto, terminano il servizio presto la sera per inziare le operazioni di manutensione ordinaria sulle linee, all’incirca tra le 23 e le 23:30 corrono le ultime corse della giornata, quelle famose corse nelle quali i signori in divisa e guanti bianchi spingono le persone con forza per consentire la chiusura delle porte delle metropolitane. Quelle!
Arrivati a quest’ora le persone iniziavano a fuggire, così noi abbiamo buttato lì l’idea di fare un bel pigiama party, dormire vestiti sul pavimento della sala. Se ci pensate bene, in Giappone comunque si dorme in terra, sono tutti abituati, è sufficente un qualcosa di morbido per prevenire blocchi o dolori alla schiena.
L’entusiasta risposta ci sbalordì, visto il loro imbarazzo ad accettare un’invito a cena così insolito per la loro cultura, pensavamo che addirittura fermarsi a dormire fosse troppo. Invece restarono in 6.
Fu una notte all’insegna del cinguettio di alcune ragazze che parlottarono confidandosi ogni segreto.
Fu molto bello.